Albert Ayler. Lo spirito e la rivolta


Francesco Martinelli con Dimitri Grechi Espinoza

Nessuna musica ha oscillato così bruscamente fra estremi come la sua. Canzone popolare, marcia o apocalisse acustica: tutto fu possibile nell’universo musicale di Albert Ayler. Ebbe poco tempo a disposizione per annunciare il suo messaggio di una nuova musica spirituale: nel 1970, ad appena 34 anni, Albert Ayler morì in circostanze misteriose. Francesco Martinelli ne parla insieme al sassofonista Dimitri Grechi Espinoza, da anni impegnato in progetti musicali che indagano il rapporto tra musica e spiritualità.


Dimitri Grechi Espinoza nasce a Mosca nel 1965 e fin dalla giovane età si avvicina alla musica jazz e allo studio del sax. La sua musica è contaminata dalle culture dell’est Europa, ma anche dalla tradizione jazzistica italiana e americana.
Nel 2000 fonda il gruppo di ricerca musicale Dinamitri Jazz Folklore ed inizia una collaborazione con la compagnia congolese Yela wa per una ricerca sulla tradizione della musica di guarigione Kongo. Il collettivo raggiunge nel 2014 il secondo posto come Miglior Gruppo Italiano nella classifica della rivista Musica Jazz.
Parallelamente al progetto con il Dinamitri Jazz Folklore, Dimitri porta avanti anche la sua carriera da solista nel progetto OREB, in cui unisce due grandi passioni: lo studio della scienza sacra nelle culture tradizionali e la ricerca sul suono con l’obiettivo di riscoprire lo spazio sonoro dei luoghi sacri.
OREB è formato da tre album: il primo è Angel’s Blows del 2014, registrato nel Battistero di San Giovanni a Pisa e prodotto da Ponderosa Music & Arts.
Secondo disco del progetto OREB, pubblicato per Ponderosa Music & Arts nel 2016, è Recreatio che viene registrato a Livorno nel Cisternino di Pian Rota, un’incredibile architettura neoclassica.
Per il terzo e ultimo disco nell’ambito del progetto OREB, Dimitri torna al Battistero di S. Giovanni a Pisa dove registra nel 2019 The Spiritual Way, un album in cui sceglie «di affrontare il tema delle virtù spirituali, ritenendo importante riproporlo in tempi come questi, apparentemente così poco spirituali.»