Luminara di San Ranieri e I lumini di San Ranieri appartengono all’ultima fase della pittura di Alessandro Volpi, collocabile orientativamente a partire dalla fine degli anni ’50 fino alla morte dell’artista. Le opere di questi due decenni raccolgono in una sintesi personalissima i molteplici indirizzi e stimoli che hanno segnato il pittore nel corso della sua vita dando vita a quelle singolari figurine – le cosiddette “pispole” se vogliamo definirle con Alfonso Gatto o “omini attaccapanni” come invece li definì Riccardo Jacoponi – che contraddistinguono gran parte della sua ultima produzione. I personaggi ritratti dal Volpi, con i loro colli lunghi e sottili, le teste dai tratti esasperatamente abbozzati, quasi capocchie di spilli precariamente puntellati ai larghi e geometrici sai di cui sono vestiti, rimandano alla vita semplice e umile della gente comune, che assume movenze quasi sacrali. Di questo misticismo sono intrise le rappresentazioni dalla festa patronale di San Ranieri, da datare ai primi anni Sessanta bloccate in una dimensione atemporale, quasi a sottolineare il ripetersi ciclico e rituale di un evento immerso nel tempo, nella propria terra.
I lumini di San Ranieri, olio su tavola
Periodo: XX