Giuseppe Bartolini si forma presso il Liceo Artistico di Carrara. Nel 1959 prende contatti col movimento milanese del cosiddetto ‘Realismo esistenziale’, a fianco di artisti come Sandro Luporini e Gianfranco Ferroni. Stabilitosi a Pisa, iniziò a prendere parte a numerose esposizioni (a Milano,Roma, Firenze …), che ne consacrarono la statura di artista d’importanza nazionale. Negli anni Settanta entrerà a far parte del gruppo de “La Metacosa”, accordato sul tema di una ostinata e investigazione del dato reale.
Quella in esame costituisce una delle numerose litografie dedicate dall’artista viareggino all’Orto botanico di Pisa, qui come sorpreso negli apici delle fronde che annunciano le tende dei paracadute, scandite in un cielo perfetto, cristallino e immisurabile. Questa, così come la seguente, è un’opera di forte impatto in quanto risolve in uno scrutinio del dato naturalistico dagli esiti calibratissimi e perciò feroci, una altrimenti vernacolare attenzione per gli oggetti. La realtà così investigata pare perdere la sua consistenza di cosa per sublimarsi nella sua evocazione, nella muta apparizione di un mondo fisico che sembra lo spettro di se stesso, netto e chiaro contro un cielo di un azzurro che non riesco a dire.