Nel 2015 Palazzo Blu ha dedicato una suggestiva mostra ad Amedeo Modigliani ed al suo soggiorno parigino

Le opere esposte hanno ricreato la fervida atmosfera culturale della Parigi di inizio 900, in cui maturarono e si incrociarono le vite e le carriere di artisti provenienti da tutto il mondo.
Raccontando l’evoluzione intrapresa da Modigliani, conosciamo anche gli artisti con cui condivide la sua parabola artistica. Una delle prime sale è, infatti, dedicata al rapporto di stima tra Modigliani e Constantin Brancusi, la mostra prosegue con accenni a Picasso e al cubismo, che influenza le sperimentazioni iniziali dell’artista livornese, per poi introdurre la scuola di Parigi.
Artista solitario, durante la sua breve vita, Amedeo Modigliani ha intrapreso una ricerca artistica appassionata e rigorosa spesso messa in secondo piano rispetto alla fama del personaggio: l’artista maledetto e autodistruttivo.
Tutta la sua arte è stata, invece, una lucida riflessione sull’uomo, un’indagine ostinata sulla figura umana.
Lui, mai interessato da altra tematica che non fosse il ritratto, si affanna a cercare una risposta all’enigma che è la nostra esistenza.
“L’uomo è un mondo che alle volte vale mondi interi.” scrive Modigliani in una lettera nel 1919.
Tutta la sua opera è questo: il tentativo appassionato non di porre l’uomo al centro dell’universo, ma di considerare l’uomo un universo.


Introduzione alla mostra

Biografia

Amedeo Modigliani (Livorno, 1884 – Parigi 1920) inizia a dedicarsi alla pittura dal 1898, seguendo le lezioni di disegno nello studio di Guglielmo Micheli a Livorno. Nel 1902 si trasferisce a Firenze dove seguirà le lezioni di Giovanni Fattori. Sarà il successivo spostamento a Venezia ad accendere le aspirazioni artistiche di Modigliani. Infatti, nel 1906 si trasferisce a Parigi, fucina di innovazioni culturali ed artistiche, in un crogiuolo multietnico che vede riuniti artisti di diversa provenienza e formazione.
Sempre in quell’anno rimane folgorato dalla retrospettiva di Gauguin e nel 1907 da quella dedicata a Cézanne.
Da qui è un continuo percorso di sperimentazione. Frequenta la colonia di artisti in rue du Delta, finanziata da Jean e Paul Alexandre. Conosce Constantin Brancusi verso il 1908 ed entra in contatto con Picasso ed il cubismo.
Le sue opere parlano dell’umanità, che con fervore continua a fissare in tele sempre più raffinate. Il segno stilizzato, dalle influenze cubizzanti e primitiviste, si fa sempre più delicato andando a ripescare dal bagaglio artistico che Modigliani si era portato dietro, concretamente, nel suo viaggio verso Parigi: una cartella stracolma di fotografie delle maggiori opere dell’arte italiana. Negli anni parigini non smetterà mai di visitare i musei locali, dal Louvre al Trocadéro.
Sarà la riflessione su questo bagaglio iconografico a segnare la svolta stilistica di Modigliani, che addolcirà il suo tratto, regalandoci dei ritratti monumentali, fuori del tempo, eppure, legati al tempo ed alle sue sofferenze.
Nel corso della sua vita entrerà in contatto con alcune personalità che lasceranno una traccia indelebile: il mercante Paul Guillaume, il poeta e mercante Léopold Zborowski, Beatrice Hastings, fino all’amata Jeanne Hébuterne che conoscerà a fine 1916.
Lui che viveva con lo spettro di una sorte segnata, sofferente fin da bambino di pleuriti, si ammalerà di tubercolosi, che lo porterà alla morte. Modigliani sa: ha visto la nonna Regina, l’amato zio Amedeo, l’amico Jean Alexandre morire di questo tragico male.
Si spegne a Parigi a soli 35 anni, dando il via alla leggenda del Modì maledetto che per molti anni ha oscurato l’importanza del Modigliani artista.


© Parigi, Centre Pompidou, Musée National d'art moderne
© Parigi, Musée d'art moderne de la Ville
© Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
© Troyes, Musée d'art moderne © Parigi, Musée de l'Orangerie