La dimora nobiliare

La dimora nobiliare

Tutto il piano nobile del palazzo, in particolare le stanze prospicienti il Lungarno, è allestito secondo criteri che vogliono valorizzare il suo carattere di residenza nobiliare e proporre un esempio di quello che doveva essere l’aspetto dell’abitazione di un’importante famiglia pisana ottocentesca, arredata da non trascurabili opere e oggetti d’arte.

Il palazzo che espone se stesso dunque, in un intreccio forte e necessario tra ambienti vissuti dalla famiglia, opere d’arte e oggetti di arredo di non banale interesse storico-artistico, che rievoca atmosfere d’epoca. L’allestimento delle sale prospicienti il giardino (a destra, entrando), dal medagliere in poi, intende invece suggerire per grandi linee la configurazione dell’ambiente di studio e di svago intellettuale dell’avvocato Ottavio Simoneschi (Pisa 1890-1960), alla cui passione collezionistica questo palazzo deve molto, avendo la Fondazione nel 2006 acquisito gran parte delle sue raccolte. Dall’imponente ingresso si snoda, affacciata sul Lungarno, attraverso la Sala da Gioco, quella da Musica e la Sala da pranzo, la fuga di sale e salotti dell’ala “di rappresentanza”, tipica delle grandi dimore signorili di quel periodo. Le sale, con decorazioni pittoriche che vanno dalla metà del Settecento al primo decennio del Novecento, sono arredate con mobili di varie epoche, secondo il gusto eclettico del tempo. I mobili provengono dalla famiglia Giuli, ultima proprietaria del palazzo, dalle raccolte Simoneschi e da altri palazzi nobiliari toscani e creano, come nella Sala della Musica e nella Sala da Pranzo, ambienti di grande suggestione. I dipinti che completano l’arredamento di Palazzo Blu sono stati scelti tenendo presenti i gusti dell’epoca, ispirati spesso dalle tradizioni locali e dalle ambizioni di famiglia.